domenica 7 marzo 2010

Meditare riduce il rischio di malattie cardiache

Dedicare durante la giornata un po’ di tempo alle tecniche meditative ,ha tanto valore quanto prendere una medicina. Infatti«Tanto per fare un confronto» ha detto Robert Schneider, della Maharishi University of Management di Fairfield, in Iowa alle Scientific Sessions dell’American Heart Association di Orlando, «le statine, riducendo i tassi di colesterolo, abbassano il rischio di attacchi cardiaci e ictus del 30-40 per cento e i farmaci antipertensivi lo fanno calare invece del 25-30 per cento. Ma udite udite la meditazione , nel nostro studio, ha addirittura dimezzatoil rischio di andare incontro a uno di questi gravi eventi».

Le ricerche fatte sul per quanto rigurda il controllo del dolore, depressione, qualità di vita e così via era facile credere ai vantaggi che la meditazione apportava, ma nello studio in questione è difficile invocare l’effetto placebo: i numeri parlano di vita o di morte.Il dott. Schneider e compagni hanno effettuato la riucerca su più di 200 malati afroamericani che avevano un ridotto afflusso di sangue al cuore documentato con una coronarografia. Tutti hanno ricevuto le cure mediche che che riguardano queste patologie e sono stati sottoposti a un programma di educazione a stili di vita più salutari, ma per una metà dei partecipanti è stata insegnata anche a effettuare ogni giorno da 15 a 20 minuti di meditazione trascendentale. Questa pratica, divulgata da un guru indiano di nome Maharishi Mahesh Yogi, si è poi diffusa in Europa grazie anche ai Beatles che negli anni sessanta hanno aiutatoa dare eco e al diffondersi di questa pratica a cui essi stessi si dedicarono;essa richiede la concentrazione sulla ripetizione di un mantra, il più noto dei quali, tra i non iniziati, è il suono Om, che secondo la religione induista è il suono primordiale che ha dato origine alla creazione.

Era già stato dimostrato da precedenti studi che questa pratica riduce la pressione arteriosa e lo stress in persone giovani e sane, ma Schneider, con la collaborazione del dott.Theodore Kotchen, endocrinologo del Medical College of Wisconsin di Milwaukee hanno verificato degli effetti salutari anche in individui ad alto rischio di malattie cardiache e vascolari e non tanto per i valori della pressione fortemente modificati, quanto al rischio di incappare in eventi che mettono a rischio la vita. «Nei cinque anni di durata dello studio» dice l’esperto di medicina preventiva, «chi si atteneva al suo quarto d’ora quotidiano di meditazione ha avuto il 47 per cento in meno di attacchi cardiaci, ictus e morte rispetto agli altri». L’effetto, anche qui, è stato comunque mediato principalmente dall’azione sulla massima, ridotta in media di 5 millimetri di mercurio.

dal corrire della sera
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