15 settembre 2008
La felicità si impara: adesso anche all'università, e non in una qualsiasi, ma nel più prestigioso ateneo americano, quello di Harvard, dove il corso di Psicologia Positiva (nome ufficiale dell'insegnamento, anche se gli studenti preferiscono chiamarlo “scienze della felicità”) ha riscosso l'anno scorso un enorme successo, risultando il più frequentato in assoluto con 850 iscritti.
Per sottolineare il concetto che una vita soddisfacente non è frutto del caso ma di scelte deliberate, il docente incaricato di tenere il corso, Tan Ben-Shahar, autore del bestseller Happier: Learn the Secrets of Daily Joy and Lasting Fulfillment, indica ai propri allievi la via all'autorelizzazione servendosi di un mix di fonti: dai manuali di self help alla filosofia di Aristotele, fino ad arrivare agli scritti degli stoici e al buddismo. La sua “psicologia positiva”, in tal modo, diviene il bacino di confluenza di una quantità di approcci desunti sia dalle scienze sociali che dalla storia delle religioni e delle filosofie sia d'occidente che d'oriente.
A fare da apripista al successo del corso di Harvard, però, era stata un'altra università, quella della Pennsylvania , dove un altro docente, Martin Seligman, incuriosito dalla constatazione che, posta di fronte a un problema apparentemente insolubile, la maggioranza degli individui tendeva ad arrendersi, mentre una minoranza riusciva ad essere perseverante, cercò di applicare le sue scoperte insegnando ai suoi allievi come acquisire un maggiore autocontrollo, che consentisse loro di uscire vittoriosi anche dalle situazioni più difficili. (fonte Repubblica.it)
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