sabato 30 gennaio 2010

Paure e ricordi traumatici si possono cancellare

Ci sono riusciti i ricercatori americani "riscrivendo" sopra la traccia mnemonica ed eliminandola.

ROMA - Cancellare un ricordo traumatico o la traccia di una paura lasciata da una brutta esperienza non è più fantascienza: ricercatori Usa ce l'hanno fatta, per di più senza intervenire con un farmaco ma solo "riscrivendo" sopra quella traccia mnemonica ed eliminandola. Reso noto sulla rivista Nature, il successo, che potrebbe portare a ideare programmi di psicoterapi
a mirati per cancellare i traumi, è stato ottenuto per la prima volta su persone da Elizabeth Phelps della New York University che in un precedente studio aveva testato con successo il metodo su topolini.

Per cancellare il ricordo pauroso basta prima richiamarlo alla memoria, poi, entro una finestra di tempo di sei ore, riscriverci sopra un altro ricordo non pauroso, come quando registravamo su un nastro già registrato. L'importante è farlo entro sei ore da quando il ricordo viene rievocato, perché in quel lasso di tempo la paura si riconsolida ed è quindi esposta al rischio eliminazione. Molto spesso disturbi d'ansia e stress post-traumatico sono legati a brutte esperienze che rimangono fissate nella mente e ogni volta che uno stimolo fa ricordare l'esperienza vissuta, la paura si riaffaccia e l'ansia cresce anche se lo stimolo di per sé non è pericoloso. Per esempio se i terremotati abruzzesi sentono piccole scosse di assestamento è molto probabile, anche se quelle scossette non sono pericolose, che si spaventino, ricordando la tragica notte del sei aprile scorso. In questo studio i ricercatori hanno indotto in un gruppo di volontari una paura, mostrando loro dei quadrati colorati ed associando ad essi una lieve scossa elettrica al polso non dolorosa ma fastidiosa.

Il giorno dopo hanno rievocato la paura, facendogli nuovamente vedere i quadrati colorati. Poi entro alcune ore da questo stimolo i ricercatori hanno mostrato loro più e più volte i quadrati ma senza scosse. Ed ecco che dopo questo training la paura è rimossa. Ma ciò avviene solo se il trucchetto per cancellarla è fatto entro sei ore da quando lo stimolo pauroso viene ripresentato; se questo non viene ripresentato o se il training 'cancella-paura' è fatto molte ore dopo, i volontari continua no a tenere traccia della paura cioé continuano a temere la vist dei quadrati. Secondo gli esperti questo si spiega perché quando la paura viene rievocata il ricordo ad essa associato si riconsolida ed é proprio in quel mentre che è fragile e può essere rimosso.





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mercoledì 20 gennaio 2010

"L'arte della felicità"

Sesta edizione
sul Potere

Napoli, 18 – 28 marzo 2010


Saranno ospiti dell’edizione 2010, tra gli altri:



Marc Augé (antropologo), Luigi Baldascini (psichiatra, psicoterapeuta), Stefano Bartezzaghi (enigmista), Remo Bodei (filosofo), Paolo Colussi (insegnante di yoga), Ida Dominijanni (giornalista), Cristina Donadio (attrice), Sebastiano Maffettone (filosofo), Titti Marrone (giornalista) Mario Martone (regista), Aldo Masullo (filosofo), Luisa Muraro (filosofa), Oscar Nicolaus (psicologo), Mariella Pandolfi (antropologa - Montreal), Marco Pesatori (astrologo), Augusto Sabbadini (fisico teorico), Conchita Sannino (giornalista), Sister Chan Khong (monaca zen vietnamita), Vincenzo Tallarico (psicologo, insegnante di meditazione), Mario Thanavaro (insegnante di meditazione), Thich Nath Hanh (Monaco zen vietnamita, poeta e costruttore di pace), Francis Tiso (teologo), Gemma Trapanese (psicoterapeuta), Sofia Ventura (docente di scienze politiche e sistemi federali comparati – Università di Bologna), Alex Zanotelli (missionario comboniano).

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mercoledì 13 gennaio 2010

Metti Google nella testa




"Il funzionamento del motore di ricerca potrebbe avere qualche analogia con la memoria umana"


Se dico “F” qual è la prima parola che vi viene in mente?Se non ce la fate provate con Google. Strano ma vero, per cercare le parole il cervello sfrutterebbe un algoritmo molto simile a quello del famoso motore di ricerca, o almeno così sostiene una recente ricerca pubblicata su “ Psycological Science “.
Thomas Griffiths, dell’università della California a Berkeley, ritiene che sussista un’analogia fra il modo in cui immagazziniamole parole nella memoria e l’architettura di internet.
Proprio come nel web le pagine sono legate l’una all’altra attraverso i collegamenti ipertestuali, le parole contenute nella memoria umana sarebbero collegate tra loro in una “rete semantica”. Maggiore è il numero di connessioni che lega una parola alle altre, più sarebbe facile ricordarla. PageRank usa un principio molto simile per stabilire la pertinenza di un documento : la lista dei risultati di una ricerca è infatti ordinata a partire dalla pagina che riceve più collegamenti da altre pagine.
Griffiths ha sottoposto alcuni soggetti a un test di fluenza verbale : ogni volontario doveva dire la prima parola che gli veniva in mente che iniziasse con una certa lettera, indicata dallo sperimentatore.
Lo scienziato ha poi confrontato i dati con i risultati di una ricerca fatta da PageRank in una rete semantica di parole, simile a quella si ipotizza sia immagazzinata nel cervello, i risultati hanno confermato che in questo tipo di compito il software è in grado di riprodurre la prestazione umana.
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